venerdì 28 settembre 2018

Flames of War

 Afghanistan, Aprile 2007

"Miller! Quella batteria di cannoni ci sta massacrando! Prendi la tua squadra e libera quella collina!"

Il Capitano McCallum urla sopra le esplosioni cercando di farsi sentire, dando slancio a tutto il Battaglione asseragliato in scomode buche. Solo un pazzo metterebbe la testa di fuori.

"Sissignore! Rodriguez! Connor! Jackson! Con me!"

La squadra del Tenente Miller tira fuori la testa nello stesso momento in cui le pallottole iniziano a fischiare. Tutto il Battaglione risponde al fuoco, cercando di coprire i propri compagni che hanno l'ingrato compito di aggirare la collina e arrampicarsi fino in cima. Espressioni come "Cazzo!", "Merda!" e "Porca puttana!" si sprecano.
Il primo a cadere è Connor, colpito in pieno dall'esplesione di una granata.
La squadra stringe i denti e continua ad avanzare.
Il secondo a cadere è Rodriguez, colpito in piena fronte da un proiettile che trapassa l'elmetto.
La squadra stringe i denti e continua ad avanzare.
Il terzo a cadere è Jackson, che viene colpito da una raffica di mitragliatrice.
Victor stringe i denti e continua ad avanzare.
I proiettili lo sfiorano appena. Senza nemmeno rendersene conto, il nemico si ritrova quel soldato al proprio fianco, pronto a sparare la sua raffica. Mai visto un uomo più veloce dei proiettili.

Alla fine della giornata, il Capitano McCallum trova tre cadaveri ed un sopravvissuto su una collina conquistata. E alla domanda di cosa sia successo, Victor risponde solo "Ho tenuto la testa bassa ed ho stretto i denti".

20 anni dopo...

Philadelphia, Gennaio 2026.


"Victor! Sono in troppi!"
"Dimmi una cazzo di volta nel quale loro sono in pochi e noi siamo in tanti!"
"Stanno per sfondare!"
"Allora ordina l'evac.... RIPIEGARE! RIPIEGARE IN SECONDA LINEA! Kinesis! Portali via con te! Ford! Gli esplosivi sono pronti e armati. Appena metteranno piede nel Quartiere salterà tutto in aria. Ordina ai tuoi di ripiegare!"

"Noi restiamo"
"Se restate, verrette sotterrati insieme a loro"
"Noi restiamo"
"Guarda che non sto scherzando! Qui tra poco salta tutto per aria!"
"Ho detto che noi restiamo"
"Porca troia Ford... cercherò di prendere tempo per evacuare gli ultimi rimasti. Tratteneteli il più possibile. E... buona fortuna, cazzo".


Guyana, Febbraio 2026

"Mon Capitaine! Monsieur! I soldati stanno per invaderci. Il loro fuoco è troppo forte ed il fianco destro sta per cedere"
"Cazzo... COMUNICAZIONI!"



Appena Victor urla quell'ordine, da una buca dietro di lui sbuca la testa di un ragazzino di neanche 12 anni. Indossa un elmetto troppo grande per la sua testa. Non indossa anfibi. Non c'erano della sua misura. Solo un paio di infradito sporche di fango e terra.Sulla schiena porta un enorme apparato satellitare che si porta sulle spalle. Le scritte sono tutte in portoghese, per gentile concessione del Brasile. Ed il ragazzino non sa parlare ne portoghese, ne inglese.
Le uniche parole che ha imparato sono "Corri!" , "Spara!" e "Comunicazioni!".
"Capitaine!" dice verso Victor, porgendogli la cornetta. Quando gliela strappa dalle mani con foga, per poco non si tira dietro tutto il ragazzino. Eppure quello subito si rimette a posto, rimanendo al fianco di Victor ed armeggiando con i comandi digitali imparati a memoria, senza sapere cosa significhino quelle parole in portoghese.

"Mortai! Fuoco concentrato su coordinate 2-5-0. Confermate!"

I proiettili fischiano accanto al Capitaine. Eppure il ragazzino non si sposta di un centimetro dall'uomo, pronto a fare la sua parte in quella guerra nonostante la giovane età.
E quando una delle esplosioni sembra essere troppo vicina, Victor si limita soltanto a scartare di lato, tirandosi appresso tutta la cornetta dell'apparato satellitare.

"Confermate coordinate! Conferm...!"
Il cavo penzola tranciato di netto dalla cornetta che stringe in mano, staccato dal resto dell'apparato, interrompendo così la comunicazione. Il ragazzino giace supino a terra, con un grosso buco al centro del petto ancora fumante, l'elmetto storto sulla testa e tutta l'attrezzatura per comunicazioni completamente distrutta.
Quando rialza lo sguardo, il fuoco dei mortai alleati investe in pieno le truppe di Essequibo, sbaragliandole.




"Lo senti ancora il fischio delle bombe?"
"Ogni cazzo di mattina"


martedì 16 gennaio 2018

Wounds

Quando finalmente riprende fiato, sente chiaramente la testa che gli pulsa.
Il naso perde sangue.
La parte destra del volto è gonfia e fa male.

Il tavolo è rovesciato e a terra ci sono dei vetri. Il divano è stato sbattuto contro un muro.
La sua camera ha la porta sfondata da un grosso buco nel centro e la porta è divelta.
L'unico mobile, pieno di bottiglie vuote e mozziconi di sigari, giace schiantato a terra.
E' come se un uragano si sia abbattuto nel covo dei terroristi e lo abbia centrato in pieno. Solo che l'uragano era lui.

Prende fiato. Tossisce un paio di volte, pulendosi la bocca con il dorso della mano.
C'è sangue. Forse ha anche il labbro spaccato.

Quando Inara si incazza, non fa sconti per nessuno. Nemmeno per lui.
Lo ha imparato in Guyana, quando si sono nascosti dagli occhi di un mondo che li voleva solo morti.
Lo ha imparato a Philadelphia, quando gli occhi del mondo erano puntati su di loro.

La mano si allunga a cercare una bottiglia piena. Quello che trova sono solo frammenti di vetro bagnati ed un taglio sulla mano. Sbatte il pugno con forza sul pavimento. Una, due, tre volte. E' come un bambino che fa i capricci. Ma stavolta non c'è nessuno.

Quando raggiunge il bagno, lo specchio malmesso riflette una figura stanca. Il volto scavato che lo fissa mostra i segni di una lotta senza quartiere avvenuta due anni prima. E le ferite aumentano giorno dopo giorno. Si volta verso il letto vuoto, torna a fissare lo specchio.
E subito dopo un pugno preciso verso il volto scavato che lo fissa lo manda in frantumi.
Le ferite aumentano giorno dopo giorno.

E nessuna di esse si sanerà mai.

martedì 2 gennaio 2018

Letters from the Deep

Ciao Vic.
Non sai quante volte ho iniziato a scriverti qualcosa, per poi lasciar perdere tutto.
Siamo nel 2027 e non hai neanche una cavolo di casella e-mail. I tuoi amici mi hanno detto di prendere carta e penna.
Non so cosa stai combinando. Non so nemmeno se sei ancora vivo. Da una parte lo spero. Dall'altra, vorrei tanto che tu fossi morto anni prima di conoscerti dannazione.
Abbiamo cambiato città. Non possiamo dirti dove stiamo. Nicole sta bene. Aveva smesso di chiedermi di te. Ma poi si è messa in testa che voleva scriverti. Che voleva sapere dove fosse suo padre e cosa stesse facendo.
Non sono riuscita a trattenerla Vic. Ha la testa dura come la tua.
Sta bene. Ormai è grande. Il suo... dono... avrei preferito farla registrare. Ma lei si è opposta. 

Dice che tu non lo avresti permesso. Non so quanto potrà durare.
Ora la parte difficile: Nicole ha conosciuto un ragazzo. E' un bravo ragazzo Vic. Non so quanto la cosa possa farti incazzare, ma te lo giuro, tua figlia è felice. Lui la rispetta. E lei si fa rispettare. Si chiama Andy Dursley.
Non fare ricerche su di lui, non farti prendere da stupidi colpi di testa e, per Dio Vic, tieniti lontano da loro. Fallo per Nicole. Lasciale vivere la sua vita. Ormai è diventata grande. Per tutti questi anni non hai fatto il padre, non iniziare proprio ora nel modo sbagliato.
Insieme a questa lettera, troverai un'altra busta. E' da parte di Nicole. Mi ha fatto promettere di non leggerla e io non l'ho fatto.
Qualunque cosa ci sia scritta, ti prego Vic, non arrabbiarti con lei. Ha solo voluto un padre che non c'è mai stato. Forse ti odia. Ma è pur sempre tua figlia. E non è una stupida. Lo sa cosa stai facendo.

Spero tu stia bene.

Scusa Vic. Lo so che sono dura con te. Sono solo preoccupata per Nicole.
Fai attenzione, qualsiasi cosa tu stia facendo.

D.R.